2 ottobre 2012

Famiglie d'attualità



Gli enormi cambiamenti culturali e sociali che ai nostri giorni si ripercuotono sulla relazione di coppia, rappresentano nuove sfide per le famiglie.
Sempre più frequenti sono i casi di genitorialità tardiva e di figli piccoli in famiglie in cui l'età dei genitori ha attraversato ormai da un pezzo la mezz'età.

L'età delle primipare si è spostata in avanti, fino al limite ultimo concesso dalla natura, che si è poi spinto ben oltre: pensiamo alla procreazione assistita e a tutte le recenti tecniche di concepimento da laboratorio.

La crisi economica di scala nazionale e mondiale, ha reso molto complicato il progetto di tante coppie: fare un figlio in condizioni di totale precarietà lavorativa non ha di certo alleggerito né il compito né gli animi.
E in molti casi ne ha proprio bloccato il progetto. A tutto discapito di una generazione mai nata e di famiglie appena accennate, abbozzate, incompiute. Dove spesso è il partner a interpretare il ruolo del figlio per il compagno, e/o viceversa.
E' chiaro che ci sono moltissime coppie che funzionano benissimo senza figli, dove la progettualità è l'evoluzione stessa della storia, che è la figlia (si spera non unica) nata dell'unione dei due partner.
Ma di questo magari parleremo in post successivi.

Nasce la necessità d'organizzare dunque la vita di queste nuove famiglie, dove genitori non più giovani, debbono sobbarcarsi la gestione di almeno tre cicli di vita differenti. E intendo quindi il proprio, quello di adulti nell'età di mezzo, quello della terza età dei genitori, e quello dei figli piccoli o piccolissimi, appena nati.

Non possiamo ignorare che l'età media delle donne e degli uomini si è parecchio allungata, merito delle scoperte della medicina, e di migliorati stili di vita, più consapevoli e attenti al benessere psico-fisico. E che la risorsa 'nonni', soprattutto nel nostro paese a forte impronta familistica, rappresenta di sovente un pilastro solido cui attingere cure e accudimenti preziosi per i più piccoli.

Genitori ultra cinquantenni alle prese con bambini piccoli, con pappe e pannolini, sono scenari molto differenti dai quadri che ci consegnavano le famiglie dei nostri trascorsi anni sessanta.
Ma al tempo stesso specchio dei tempi, con cui di necessità dobbiamo confrontarci.

Accompagnare i genitori in queste tappe evolutive mutate, e certamente guardare con attenzione agli sviluppi di queste famiglie, è compito e cura anche della rete sociale (se c'è) che supporta la famiglia.

Ma se questa rete non ci fosse o risultasse insufficiente, assente, latitante?
Può infatti essere molto complicato confrontarsi con i problemi di un pre-adolescente e al tempo stesso prendersi cura di un lattante, all'interno dello stesso nucleo familiare.

E chiedere aiuto a un professionista è auspicabile, dove le risorse dei genitori si trovassero in difficoltà.
Aiuto vissuto come un passo di forza, come una spinta per sorreggere un carico che è divenuto, in quel particolare momento della vita della famiglia, troppo pesante o perfino insostenibile.

Senza cedere alla tentazione del mollare la spugna o alla logica (?) del tanto non c'è niente da fare.
Perché c'è sempre da fare ed è molto meglio qualche tentativo in più, che uno in meno.


Approfondimenti:

Fruggeri L., Famiglie. Dinamiche interpersonali e processi sociali.

Carocci Edizioni. Roma. 1998.

Fruggeri L., Diverse normalità. Psicologia sociale delle relazioni familiari.
Carocci Edizioni. Roma. 2005.

Nessun commento:

Posta un commento