19 dicembre 2014

Un abete speciale

Un abete speciale




Quest'anno mi voglio fare
un albero di Natale
di tipo speciale,
ma bello veramente.

Non lo farò in tinello,
lo farò nella mente,
con centomila rami
e un miliardo di lampadine,
e tutti i doni
che non stanno nelle vetrine.



Un raggio di sole
per il passero che trema,
un ciuffo di viole
per il prato gelato,
un aumento di pensione
per il vecchio pensionato.

E poi giochi,
giocattoli, balocchi
quanti ne puoi contare
a spalancare gli occhi:
un milione, cento milioni
di bellissimi doni
per quei bambini
che non ebbero mai
un regalo di Natale,
e per loro ogni giorno
all’altro è uguale,
e non è mai festa.

Perché se un bimbo
resta senza niente,
anche uno solo, piccolo,
che piangere non si sente,
Natale è tutto sbagliato.



Gianni Rodari

3 dicembre 2014

Può l'amore essere totalità immortale?



La porta è socchiusa
dolce respiro dei tigli…
Sul tavolo, dimenticati,
un frustino ed un guanto.

Giallo cerchio del lume…
tendo l’orecchio ai fruscii.
Perché sei andato via?
Non comprendo…

Luminoso e lieto
domani sarà il mattino.
Questa vita è stupenda,
sii dunque saggio, cuore.

Tu sei prostrato, batti
più sordo, più a rilento…
sai, ho letto
che le anime sono immortali.

Anna Achmatova



21 novembre 2014

Con cosa posso trattenerti?


Con cosa posso trattenerti?
Ti offro strade difficili,
tramonti disperati
la luna di squallide periferie.

Ti offro le amarezze di un uomo
che ha guardato a lungo la triste luna.




Ti offro i miei antenati,
i miei morti,
i fantasmi a cui i viventi hanno reso onore col marmo:
il padre di mio padre ucciso sulla frontiera
di Buenos Aires
due pallottole attraverso i suoi polmoni,
barbuto e morto,
avvolto dai soldati nella pelle di una mucca
il nonno di mia madre – appena ventiquattrenne -
a capo di trecento uomini in Perù,
ora fantasmi su cavalli svaniti.

Ti offro qualsiasi intuizione sia nei miei libri,
qualsiasi virilità o vita umana.

Ti offro la lealtà di un uomo
che non è mai stato leale.

Ti offro quel nocciolo di me stesso
che ho conservato, in qualche
modo – il centro del cuore che
non tratta con le parole, né coi
sogni e non è toccato dal tempo,
dalla gioia, dalle avversità.

Ti offro il ricordo di una
rosa gialla al tramonto,
anni prima che tu nascessi.

Ti offro spiegazioni di te stessa,
teorie su di te, autentiche e
sorprendenti notizie di te.

Ti posso dare la mia tristezza,
la mia oscurità, la fame del mio cuore
cerco di corromperti con l’incertezza,
il pericolo, la sconfitta.




Jorge Luis Borges, Con cosa posso trattenerti?


19 novembre 2014

Ode al giorno felice


Questa volta lasciate che sia felice, 
non è successo nulla a nessuno, 
non sono da nessuna parte, 
succede solo che sono felice 
fino all'ultimo profondo angolino del cuore.


Camminando, dormendo o scrivendo, 
che posso farci, sono felice.
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie, 
sento la pelle come un albero raggrinzito, 
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima, 
il mare come un anello intorno alla mia vita, 
fatta di pane e pietra la terra 
l’aria canta come una chitarra.

Tu al mio fianco sulla sabbia,

sei sabbia, tu canti e sei canto.
Il mondo è oggi la mia anima 
canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca, 
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia 
essere felice, 
essere felice perché sì, 
perché respiro e perché respiri, 
essere felice perché tocco il tuo ginocchio 
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo 
e la sua freschezza.

Oggi lasciate che sia felice, io e basta, 

con o senza tutti, essere felice con l’erba 
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra, 
essere felice con te, con la tua bocca, 
essere felice.






Pablo Neruda, Ode al giorno felice

(Nella foto la Riserva Naturale Orientata di Torre Salsa - Siculiana - AG)

3 novembre 2014

Sul tempo che scorre (tempus fugit!)

Le candele 




Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese,
dorate, calde e vivide.

Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente:
le più vicine danno fumo ancora,
fredde, disfatte, e storte.

Non le voglio vedere: m’accora il loro aspetto,
la memoria m’accora del loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.

Non mi voglio voltare, ch'io non scorga, in un brivido,
come s’allunga presto la tenebrosa riga,
come crescono presto le mie candele spente.



(Konstantinos Kavafis)







17 ottobre 2014

Sull'illusione d'influenzare gli altri



"Se un bambino cresce bene, come può la madre non illudersi di esserne responsabile? Come è possibile che un terapeuta non si senta orgoglioso quando il cliente migliora? Come può un giudice non sentirsi responsabile quando un criminale si pente (o quando si ritrova nuovamente davanti al sistema giudiziario dopo aver ricevuto una pena leggera)? 

L'illusione d'influenzare gli altri è un credo essenziale della vita di relazione."

(G. Cecchin, G. Lane, W. A. Ray, Verità e pregiudizi. Un approccio sistemico alla psicoterapia. Raffaello Cortina Editore. Milano. 1997).





Ricordando Gianfranco Cecchin, a dieci anni dalla scomparsa 
(Nogarole Vicentino 1932 - Brescia 2004)




10 ottobre 2014

I giusti





I giusti 

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.

Chi è contento che sulla terra esista la musica.

Chi scopre con piacere una etimologia.

Due impiegati che in un caffè del sud giocano in silenzio agli scacchi.

Il ceramista che premedita un colore e una forma.

Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.

Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.

Chi accarezza un animale addormentato.

Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.

Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.

Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.

Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.


"La cifra", Jorge Luis Borges, 1981.



6 ottobre 2014

Può l'amore bastare a se stesso?


Forse hai ragione tu e sarebbe stupido tentare. Ma almeno, questo sì almeno, vorrei rivederti. Sia quel che sia, noi staremo insieme in qualche modo, e troveremo la gioia. Non importa se di giorno o di notte, d’estate o d’autunno, in un paese sconosciuto, in una casa disadorna, in una squallida locanda. 

Mi basterà averti vicina. 

Io non starò qui ad ascoltare - ti prometto - gli scricchiolii misteriosi del tetto, né guarderò le nubi, né darò retta alle musiche o al vento. Rinuncerò a queste cose inutili, che pure io amo. 

Avrò pazienza se non capirai ciò che ti dico, se parlerai di fatti a me strani, se ti lamenterai dei vestiti vecchi e dei soldi. Non ci saranno la cosiddetta poesia, le comuni speranze, le mestizie così amiche all'amore. 

Ma io ti avrò vicina.

E riusciremo, vedrai, a essere abbastanza felici, con molta semplicità, uomo con donna solamente, come suole accadere in ogni parte del mondo.

Ma tu - adesso ci penso - sei troppo lontana, centinaia e centinaia di chilometri difficili a valicare. Tu sei dentro a una vita che ignoro, e gli altri uomini ti sono accanto, a cui probabilmente sorridi, come a me nei tempi passati. 

Ed è bastato poco tempo perché ti dimenticassi di me. Probabilmente non riesci più a ricordare il mio nome. Io sono ormai uscito da te, confuso fra le innumerevoli ombre. Eppure non so pensare che a te, e mi piace dirti queste cose.

Dino Buzzati




1 ottobre 2014

Matrimonio in vista?


In relazione al conflitto matrimoniale, emerge in entrambi i partner un disturbo di fondo che è analogo e viene esternato in ruoli diversi. I partners con disturbi analoghi s'incoraggiano a vicenda nel loro comportamento patologico e attuano un'intesa inconscia, cioè una collusione. Ognuno dei due spera che l'altro lo liberi dal conflitto di fondo. 

(Willi Jurg) 




Approfondimenti:

Willi J., (1975), La collusione di coppia. Franco Angeli, Milano, 1987.


29 settembre 2014

Sulla biologia dell'amore


"L’amore è l’emozione di cui è costituito il sociale come dominio relazionale. 
Io sostengo che le relazioni non fondate sull'amore, non sono relazioni sociali". 

(Maturana H.R., 1995).



19 settembre 2014

Sul senso della libertà amorosa


Voglio poterti amare senza aggrapparmi,
apprezzarti senza giudicarti,
raggiungerti senza invaderti,
invitarti senza insistere,
lasciarti senza senso di colpa,
criticarti senza biasimarti,
aiutarti senza umiliarti.

Se vuoi concedermi la stessa cosa,
allora potremo veramente incontrarci e aiutarci reciprocamente a crescere.



Virginia Satir










12 settembre 2014

Sull'appartenenza


Dicono che la mia
sia una poesia d'inappartenenza.

Ma s'era tua era di qualcuno:
di te che non sei più forma, ma essenza.

Dicono che la poesia al suo culmine
magnifica il Tutto in fuga,
negano che la testuggine
sia più veloce del fulmine.

Tu sola sapevi che il moto
non è diverso dalla stasi,
che il vuoto è il pieno e il sereno
è la più diffusa delle nubi.

Così meglio intendo il tuo lungo viaggio
imprigionata tra le bende e i gessi.

Eppure non mi dà riposo
sapere che in uno o in due noi siamo una sola cosa.

Eugenio Montale, Xenia (da Satura), 1966.

Vestiario



Vestiario

Ti togli, ci togliamo, vi togliete
cappotti, giacche, gilè, camicette
di lana, di cotone, di terital,
gonne, calzoni, calze, biancheria,
posando, appendendo, gettando su
schienali di sedie, ante di paraventi;
per adesso, dice il medico, nulla di serio
si rivesta, riposi, faccia un viaggio,
prenda nel caso, dopo pranzo, la sera,
torni fra tre mesi, sei, un anno,
vedi, e tu pensavi, e noi temevamo,
e voi supponevate, e lui sospettava;
è già ora di allacciare con mani ancora tremanti
stringhe, automatici, cerniere, fibbie,
cinture, bottoni, cravatte, colletti
e da maniche, borsette, tasche, tirar fuori
-sgualcita, a pois, a righe, a fiori, a scacchi- la sciarpa
riutilizzabile per protratta scadenza.

W. Szymborska, Gente sul ponte, 1998.



6 settembre 2014

Crescita e consapevolezza

Il processo di presa di consapevolezza dura tutta la vita.
Il mondo lo creiamo noi in ogni attimo. Vediamo succedere ciò che è organizzato dal nostro pensiero, dalle nostre mappe e credenze, di cui magari non ci rendiamo conto. Siamo noi la causa di quello che ci succede.

(Umberta Telfener)





Condivido appieno la posizione di questo pensiero costruzionista. La responsabilità del nostro percorso di vita dipende interamente da noi e dalle azioni che decidiamo di fare: allo scopo di renderla la più adatta possibile (fittest) al ciclo di vita che stiamo affrontando. Non sempre ci rendiamo conto di quanto questo sia profondamente radicato nel nostro modo di pensare e di agire. E più spesso attribuiamo agli altri la colpa dei nostri insuccessi, fallimenti, défaillances ...

Sicuramente farci carico di noi stessi nell'interezza del nostro passato, delle nostre famiglie, delle nostre piccole o grandi debolezze, non è un compito di lieve entità.
Spostare il punto di vista, relativizzarlo, guardarci da fuori è un allenamento che deve restare costante per integrare anche gli aspetti della nostra personalità che ci appaiono poco chiari e perfino meno graditi.

Così piano piano le zone grige potranno apparire meno buie e quelle rosa meno idealizzate ...
Maturità, crescita e consapevolezza vanno nella stessa direzione: guardano verso le stesse mete.
Accettano il compromesso, l'imperfezione, il dubbio costante: sanno perdonare e perdonarci.

Se barlumi di abbagliante felicità possono colpire il nostro cammino e renderlo più soffice ... anche la più cupa sofferenza può essere un crinale a partire dal quale è possibile gettare lo sguardo oltre l'ostacolo.

Crescere è una sfida e rimane un compito evolutivo dal quale non possiamo esimerci.
Del resto, chi può sapere cosa ci accadrà domani?
Tanto vale provarci... e ogni giorno... :-)



Approfondimenti:

Telfener U., Bianciardi M., Ricorsività in psicoterapia. Riflessioni sulla pratica clinica. Bollati Borighieri. Torino. 2014.


Nella foto: veduta dall'alto (Taormina- Messina, 2014)







5 agosto 2014

E che vacanze siano?!



A chi è in vacanza o sta per andarci, a chi c'è già stato, a chi (per mille motivi) non andrà, voglio augurare profondi momenti di benessere con questi bellissimi versi del poeta greco Konstantinos Kavafis, e la sua ITACA, meravigliosa metafora del viaggio della vita, durante la quale il cammino diventa esso stesso la meta.

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere d'incontri
se il pensiero resta alto e il sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo
né nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga
che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche aromi
penetranti d'ogni sorta, più aromi
inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

(Konstantinos Kavafis, 1911)



Nelle foto: alba alla Cala (Palermo) e ciottoli sulla riva del mare (Marina di Caronia-Messina).







16 luglio 2014

Nuove sinapsi, nuovi comportamenti?

Contro il mito della spontaneità e della libertà a ogni costo ...






"La capacità di uscire dall'auto-referenza è un esercizio di auto-controllo utile quanto la meditazione. Per migliorare la nostra vita non possiamo fare solo quello che ci va. Personalmente sono a favore del fare cose anche che non ci vengono spontanee in modo da permettere alle sinapsi di iniziare nuovi percorsi e in modo da aprire nuove strade a nuovi comportamenti."

U. Telfener




Approfondimenti:

Bianciardi M., Telfener U., Ricorsività in Psicoterapia. Riflessioni sulla Pratica Clinica. Bollati Boringhieri. Torino. 2014.








3 luglio 2014

Tradimento e perdono

"L'incontro d'amore non avalla la nostra identità ma la turba, la obbliga a contaminarsi, a cedere su se stessa. Implica un indebolimento dell'Io, una perdita del controllo, uno smarrimento, il rischio dell'esposizione assoluta all'incognita del desiderio dell'Altro."

Recalcati M., Non è più come prima. Elogio del perdono nella vita amorosa. Raffaello Cortina. Milano. 2014.





Un piccolo e bel libro sull'importanza del perdono nelle coppie, specie se di lungo tragitto ....
Un excursus (clinico e non) in cui il tradimento e l'abbandono non sono sempre percorsi senza ritorno.
Se anche i grandi amori, gli amori di tutta una vita, possono finire, riaprirsi all'Altro è possibile.
Massimo Recalcati lancia la sfida (in un testo non solo per addetti ai lavori) alle differenti declinazioni del lutto e della separazione, del perdono e della gratitudine.
Al privilegio della ripetizione nella coppia amorosa.
Argomento di cogente attualità: sfida utile, necessaria e a volte inevitabile contro la troppo frequente degradazione della vita amorosa e il mal d'amore del nostro panorama relazionale contemporaneo.
Consigliato a chi non teme la profondità.
E ancor di più a chi la teme: vale sempre la pena di andare a guardare un po' più in là del nostro naso :-)



24 giugno 2014

Da quanto tempo non funziona più tra noi?

"Noi possiamo solo cambiare noi stessi, modificare le lenti interpretative e le nostre reazioni. Se piano piano ci riusciamo, ai circoli viziosi potrebbero subentrare circoli virtuosi. È il nostro modo di pensare, di reagire, di sentire, che determina l’interpretazione degli eventi e le conseguenti emozioni. Altrimenti un evento continuerà a ripetersi nel tempo. Quello che non è stato superato tenderà a ripetersi".

(Umberta Telfener)





Rigidi copioni relazionali, immodificabili come autostrade monodirezionali. 
Così appaiono certe relazioni, matrimoni, convivenze, rapporti a senso unico di marcia.

Monolitici e stagnanti, timorosi di perdere la quiete di un rapporto rassicurante: comodo, caldo e attraente come una tisana relax.

Salvo poi stupirsi che il sesso funziona poco, male o non ve n'è traccia. 
Oppure non lamentarne neanche più la mancanza. Dove la scena del va tutto bene e vissero felici e contenti, è la cosa più importante da mostrare al mondo.

Non voglio in questo momento nemmeno sfiorare il senso (?) dei drammi estremi di cui la cronaca dei delitti è tragicamente permeata. Al limite massimo nel quale per alcuni è una scelta migliore (possibile? purtroppo sì) sterminare la propria famiglia, moglie e figli piccolissimi, piuttosto che divorziare.

Se il mito dell'amore romantico non regge, se il divorzio è vissuto come un tutto o nulla, dentro o fuori, on/off, se il narcisismo più ostinato e impermeabile è l'unica guida maestra, che futuro dare alle relazioni tentennanti, barcollanti, (o addirittura) nascenti?




Se lo specchio delle idealizzazioni si scalfisce o perfino infrange, come è possibile trovare migliori soluzioni possibili? 
Rispettando se stessi, l'altro, la relazione e uscendone tutti vivi (che non è purtroppo solo una metafora). Rinunciando all'onnipotenza e al controllo manipolatorio.

Sporcandoci le mani nella stessa acqua del nostro Io, bambino/immaturo e sempre bisognoso di conferme.
Guardando oltre lo specchio: lasciandoci rimorsi e rimpianti alle spalle.
Ogni relazione è nuova e differente dalle precedenti.
E oggi non è uguale né a ieri né a domani, nemmeno dopo tanti anni di matrimonio, felice o infelice o così così.
Questa è la sfida, la scommessa, la bellezza. Fortunatamente.







Approfondimenti:

Perel E., L'intelligenza erotica. Riconciliare erotismo e quotidianità. Ponte alle Grazie. Firenze. 2007.


Telfener U., Le forme dell'addio. Effetti collaterali dell'amore. Castelvecchi. Roma. 2007.

22 maggio 2014

MI AMI?







Che le rassicurazioni siano un bisogno di chi ama è cosa nota: tutti ne abbiamo date e richieste.
Forse in alcuni momenti più difficili, perfino pretese.

A seguire riporto un simpatico dialogo di una coppia, scritto dal grande psichiatra e psicoanalista scozzese R. D. Laing, molto noto per le sue posizioni anti-psichiatriche.
Dialogo che nel suo evidente loop ricorsivo, lascia però sempre aperto l'eterno dilemma di chi ama: "Mi ama? Ama solo me? Mi ama davvero?"

Se sia possibile rispondere non so e forse non credo...

Penso e auspico che molti dubbi dobbiamo cercare di fugarli da soli, guardando dentro noi stessi, senza chiedere eccessive (ossessive?) conferme all'altro.

Cercando di capire se è il partner che è sfuggente e perché.
Oppure se siamo noi che stiamo chiedendo troppo e perché...

E se non ci riusciamo da soli?
Se i sospetti e le gelosie diventano solo un tormento che infliggiamo e che ci auto infliggiamo?

Molto meglio chiedere ascolto a uno psicoterapeuta della coppia, cercando così di tutelare il partner e la relazione, prima che sia davvero troppo tardi...

Ed ecco il dialogo della coppia:

"Mi ami?"

LEI mi ami?

LUI sì ti amo

LEI più di tutto?

LUI sì più di tutto

LEI più di tutto al mondo?

LUI sì più di tutto al mondo

LEI ti piaccio?

LUI sì mi piaci

LEI ti piace stare vicino a me?

LUI sì mi piace stare vicino a te

LEI ti piace guardarmi?

LUI sì mi piace guardarti

LEI pensi che io sia stupida?

LUI no non penso che tu sia stupida

LEI pensi che io sia carina?

LUI sì penso che tu sia carina

LEI ti annoio?

LUI no non mi annoi

LEI ti piacciono le mie sopracciglia?

LUI sì mi piacciono le tue sopracciglia

LEI molto?

LUI molto

LEI quale ti piace di più?

LUI se dico quale l'altra sarà gelosa

LEI lo devi dire

LUI sono tutt'e due squisite

LEI davvero?

LUI davvero

LEI ho delle belle ciglia?

LUI sì delle ciglia bellissime

LEI ti piace annusarmi?

LUI sì mi piace annusarti

LEI ti piace il mio profumo?

LUI sì mi piace il tuo profumo

LEI pensi che io abbia buon gusto?

LUI sì penso che tu abbia buon gusto

LEI pensi che abbia del talento?

LUI sì penso che tu abbia del talento

LEI non pensi che io sia pigra?

LUI no non penso che tu sia pigra

LEI ti piace toccarmi?

LUI sì mi piace toccarti

LEI pensi che io sia buffa?

LUI solo in un modo simpatico

LEI stai ridendo di me?

LUI no non sto ridendo di te

LEI mi ami davvero?

LUI sì ti amo davvero

LEI dì "TI AMO"

LUI ti amo

LEI hai voglia di abbracciarmi?

LUI sì ho voglia di abbracciarti, e stringerti, e coccolarti, e amoreggiare con te

LEI va tutto bene?

LUI va tutto bene

LEI giuri che non mi lascerai mai?

LUI giuro che non ti lascerò mai, mi faccio una croce sul cuore e che possa morire se non dico la verità

(pausa)

LEI mi ami davvero?

(Ronald D. Laing, Mi ami? Einaudi. Milano. 1978)







13 maggio 2014

Sono solo una fanciulla





Sono folle di te, Amore
che vieni a rintracciare nei miei trascorsi
questi giocattoli rotti delle mie parole.

Ti faccio dono di tutto
se vuoi,
tanto io sono solo una fanciulla
piena di poesia
e coperta di lacrime salate,
io voglio solo addormentarmi
sulla ripa del cielo stellato
e diventare un dolce vento
di canti d'amore per te.



Alda Merini, Un'anima indocile, 2000

18 aprile 2014

Sempre c'è un domani





Sempre c’è un domani
e la vita ci da un’altra possibilità per fare le cose bene.

Ma se mi sbagliassi
e oggi fosse tutto ciò che ci rimane,
mi piacerebbe dirti quanto ti amo,
che mai ti dimenticherò.

Gabriel Garcia Marquez (1927-2014)






17 aprile 2014

Quando la relazione può curare


"Personalità e identità sono come coordinate nella piantina di una città tracciate dall'intersecarsi delle nostre amicizie. Sappiamo chi e cosa siamo grazie ai punti di riferimento delle persone che amiamo, e dei motivi per cui le amiamo".

Gregory David Roberts.



11 aprile 2014

Amore, tradimento e durata delle relazioni






"L'amore è un castigo. Ci punisce per non aver saputo stare soli".
   M. YOURCENAR.

"Finché dura, l'amore è in bilico sull'orlo della sconfitta".
   Z. BAUMAN.

Penso sia lecito chiedersi se, come tutte le cose umane, l'amore ha un suo inizio e un suo termine.
Nel bel mezzo - speriamo che accada (se accade) qualcosa di molto interessante...

So che per molti, me per prima, questa non è una cosa facile da accettare e condividere.
Chiunque di noi abbia detto "consapevolmente" ti amo, ha sperato almeno un attimo che fosse per sempre. Come negarlo?
Ma se non è andata (per molti o per tutti) così?!

Basterebbe guardare il mondo di oggi, che lo rispecchia (a volte irrispettosamente) come cartina al tornasole.
Vorrei qui rimandarci all'eterna sfida: può l'amore romantico durare?
A che costo? Fino a che punto?
E' possibile guardare nella stessa direzione? Giocare lo stesso gioco?
E non restare massacrati (vittime o carnefici è 'quasi' la stessa cosa) dall'incastro della trama relazionale?
Sconfinata è la letteratura, le poesie, i romanzi, i racconti, i film, le canzoni e via andare.
Tutti abbiamo i nostri precisi riferimenti amorologhi... perfino cari amici che hanno ascoltato i nostri "drammatici" e minuziosi (ossessivi, ammettiamolo) racconti.
Ma che a nulla sono serviti quando l'amore ci si è spento miseramente sotto gli occhi.

Superati lutti, affanni, patimenti, rimorsi, rancori, rimpianti e i raffinati quanto vani forse resta ancora qualcosa da fare-da dire-da rifare... si ricomincia, come è normale e auspicabile che sia.

Nuovi vie, nuovi amori, nuove possibilità e il sacrosanto diritto di essere felici possono ancora esistere.
Talvolta troppo presi dal narcisismo estetico di SelfieWhatsApp o pollicini su Fb, deleghiamo al caso l'impegno sulla relazione. Relazione che non può rimanere confinata nel pur auspicabile romanticismo a modalità casual-spontanea. Una cosa è l'innamoramento, altra cosa è l'amore.
Non possiamo vivere sempre sull'otto-volante dei primi (meravigliosi quanto si vuole) mesi degli inizi.
E a un certo punto si rende necessario atterrare (si spera senza schiantarsi) nella routine degli affanni quotidiani.

Saper dire basta, chiudere, uscire da relazioni mortificanti e mortifere è una necessità, talvolta (in casi purtroppo estremi) anche un modo di salvarsi la pelle e la vita.

Restare insieme, non tradirsi, non trovare comode e plateali vie di fuga è un valore aggiunto della persona, della coppia e direi anche della personalità. Difficile. Difficile, ma possibile.
Ogni partner ha una parte di responsabilità di quello che avviene in un rapporto. SEMPRE.
Impegno, partecipazione, rispetto dell'Altro per quello che è e non per quello che il nostro immaginario (infantile, egoistico, narciso) si attende di trovare a disposizione.

Chiarezza, responsabilità. Sì. Curiosi e attenti, concentrati, disponibili a veder cambiare la relazione insieme a chi con noi ne condivide il senso, le fatiche, le gioie, la progettualità. Possibile se i conti con le famiglie d'origine si sono pareggiati abbastanza: se il nostro senso di autonomia e sopravvivenza non sono rimasti incagliati a vita nelle trappole dei copioni edipici. Chiusi dietro vetusti sipari, mai risolti.

Liberi finalmente di non recitare, liberi di esistere, qui e ora!





Approfondimenti:

BAUMAN Z., (2003), Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi, tr. it. Laterza, Bari, 2004.

CLEMENT U., Terapia sessuale sistemica.
Raffaello Cortina Editore, Milano, 2010.

YOURCENAR M., "Romanzi e racconti". In Opere, vol. I, Bompiani, Milano, 2005.

TELFENER U., Gli amori briciola - Quando le relazioni sono asciutte. 
Ed. Ma.Gi., Roma, 2013.