21 settembre 2016

la città


Hai detto: "Per altre terre andrò, per altro mare.
Altra città, più amabile di questa, dove
ogni mio sforzo è votato al fallimento,
dove il mio cuore come un morto sta sepolto,
ci sarà pure. Fino a quando patirò questa mia inerzia?
Dei lunghi anni, se mi guardo attorno,
della mia vita consumata qui, non vedo
che nere macerie e solitudine e rovina."

Non troverai altro luogo non troverai altro mare.
La città ti verrà dietro. Andrai vagando
per le stesse strade. Invecchierai nello stesso quartiere.
Imbiancherai in queste stesse case. Sempre
farai capo a questa città. Altrove, non sperare,
non c'è nave non c'è strada per te.
Perché sciupando la tua vita in questo angolo discreto
tu l'hai sciupata su tutta la terra.




Konstantinos Kavafis (1863-1933)

14 settembre 2016

Padri, figli, narcisismo e famiglie ipermoderne


"Lo scacco, l'insuccesso, il fallimento dei propri figli sono sempre meno tollerati. Di fronte all'ostacolo la famiglia ipermoderna si mobilita, più o meno compattamente, per rimuoverlo senza dare il giusto tempo al figlio di farne esperienza. Le attese narcisistiche dei genitori rifiutano di misurarsi con questo limite attribuendo ai figli progetti di realizzazione obbligatoria. Conta [...] la necessità di occultare ogni imperfezione. 

I genitori di oggi sono terrorizzati dalla possibilità che l'imperfezione possa turbare l'apparizione del loro figlio come ideale. E' un nuovo mito della nostra civiltà: dare ai figli tutto per poter essere amati, coltivare il loro essere come capace di prestazione per scongiurare l'esperienza del fallimento. Ne consegue che i nostri giovani non sopportano più lo scacco perchè a sopportarlo sono innanzitutto i loro genitori. Il principio di prestazione ipermoderno è un principio di affermazione dell'io. Ma siamo sicuri che il successo dell'io si accompagni alla soddisfazione?"




Massimo Recalcati, Cosa Resta Del Padre, La paternità nell'epoca ipermoderna. 
Raffaello Cortina Editore, Milano, 2011