21 novembre 2014

Con cosa posso trattenerti?


Con cosa posso trattenerti?
Ti offro strade difficili,
tramonti disperati
la luna di squallide periferie.

Ti offro le amarezze di un uomo
che ha guardato a lungo la triste luna.




Ti offro i miei antenati,
i miei morti,
i fantasmi a cui i viventi hanno reso onore col marmo:
il padre di mio padre ucciso sulla frontiera
di Buenos Aires
due pallottole attraverso i suoi polmoni,
barbuto e morto,
avvolto dai soldati nella pelle di una mucca
il nonno di mia madre – appena ventiquattrenne -
a capo di trecento uomini in Perù,
ora fantasmi su cavalli svaniti.

Ti offro qualsiasi intuizione sia nei miei libri,
qualsiasi virilità o vita umana.

Ti offro la lealtà di un uomo
che non è mai stato leale.

Ti offro quel nocciolo di me stesso
che ho conservato, in qualche
modo – il centro del cuore che
non tratta con le parole, né coi
sogni e non è toccato dal tempo,
dalla gioia, dalle avversità.

Ti offro il ricordo di una
rosa gialla al tramonto,
anni prima che tu nascessi.

Ti offro spiegazioni di te stessa,
teorie su di te, autentiche e
sorprendenti notizie di te.

Ti posso dare la mia tristezza,
la mia oscurità, la fame del mio cuore
cerco di corromperti con l’incertezza,
il pericolo, la sconfitta.




Jorge Luis Borges, Con cosa posso trattenerti?


19 novembre 2014

Ode al giorno felice


Questa volta lasciate che sia felice, 
non è successo nulla a nessuno, 
non sono da nessuna parte, 
succede solo che sono felice 
fino all'ultimo profondo angolino del cuore.


Camminando, dormendo o scrivendo, 
che posso farci, sono felice.
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie, 
sento la pelle come un albero raggrinzito, 
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima, 
il mare come un anello intorno alla mia vita, 
fatta di pane e pietra la terra 
l’aria canta come una chitarra.

Tu al mio fianco sulla sabbia,

sei sabbia, tu canti e sei canto.
Il mondo è oggi la mia anima 
canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca, 
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia 
essere felice, 
essere felice perché sì, 
perché respiro e perché respiri, 
essere felice perché tocco il tuo ginocchio 
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo 
e la sua freschezza.

Oggi lasciate che sia felice, io e basta, 

con o senza tutti, essere felice con l’erba 
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra, 
essere felice con te, con la tua bocca, 
essere felice.






Pablo Neruda, Ode al giorno felice

(Nella foto la Riserva Naturale Orientata di Torre Salsa - Siculiana - AG)

3 novembre 2014

Sul tempo che scorre (tempus fugit!)

Le candele 




Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese,
dorate, calde e vivide.

Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente:
le più vicine danno fumo ancora,
fredde, disfatte, e storte.

Non le voglio vedere: m’accora il loro aspetto,
la memoria m’accora del loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.

Non mi voglio voltare, ch'io non scorga, in un brivido,
come s’allunga presto la tenebrosa riga,
come crescono presto le mie candele spente.



(Konstantinos Kavafis)