13 maggio 2016

Era di maggio



Era di maggio. Il pomeriggio afoso
sembrava interminabile. La terra riarsa
si spaccava nel gran caldo, assetata.

Dalla riva del fiume udii una voce
che gridava: “Vieni, tesoro mio”.
Chiusi il libro e aprii la finestra
per guardare fuori.

Vidi presso il fiume un grande bufalo, coperto di fango,
che guardava in giro con occhi placidi e pazienti;
un ragazzo, nell’acqua fino al ginocchio, lo chiamava
per farlo bagnare.

Sorrisi compiacente ed ebbi un senso di dolcezza
che m’invase il cuore.



Rabindranath Tagore (1861-1941), Premio Nobel per la letteratura nel 1913 -
tratta da "Il Giardiniere".