24 settembre 2015

il dolore è passato


Il dolore è passato. La vita lo ha trasformato in qualcos'altro; dopo averlo provato, dopo aver singhiozzato, lo si nasconde agli occhi del mondo come una mummia da custodire nel padiglione funerario dei ricordi.
Passa anche il dolore provocato dall’amore, non credere.
Rimane il lutto, una specie di cerimonia ufficiale della memoria.
Il dolore era altro: era urlo animalesco, anche quando stava in silenzio. E’ così che urlano le bestie selvatiche quando non comprendono qualcosa nel mondo – la luce delle stelle o gli odori estranei – e cominciano ad avere paura e ululare.
Il lutto è già un dare senso, una ragione e una pratica. Ma il dolore un giorno si trasforma, la vanità e il risentimento insiti nella mancanza si prosciugano al fuoco purgatoriale della sofferenza, e rimane il ricordo, che può essere maneggiato, addomesticato, riposto da qualche parte. E’ quel che accade ad ogni idea e passione umane.




"Il gabbiano", Adelphi 2011 - Sandor Marai

2 settembre 2015

Ricordando Oliver Sacks

Oliver Sacks scriveva a febbraio, rivelando, dalle colonne del New York Times, di trovarsi nelle fasi terminali della malattia:

«Non posso fingere di non avere paura. La mia attuale sensazione predominante, però, è di gratitudine.
Ho amato e sono stato amato. Mi è stato dato tanto e qualcosa ho restituito. Ho letto e viaggiato e pensato e scritto. Ho avuto una relazione col mondo, quella speciale relazione tra scrittori e lettori. Soprattutto, sono stato un essere senziente, un animale pensante di questo splendido Pianeta, ed è stato un enorme privilegio e un'immensa avventura».



Oliver Sacks, neurologo e scrittore britannico
Londra 9 luglio 1933 - New York 30 agosto 2015.