In questi nostri tempi occidentali così permeati di narcisismo, al punto che l'ultima edizione del DSM V ha tolto il disturbo narcisistico e quello istrionico dalle classificazioni (argomento che da solo merita un post a parte) essere felici sembra essere diventato un dovere sociale.
La morte è stata bandita, e rappresenta il vero e solo tabù rimasto. Così pure il senso del limite. Tutto è lecito pur di raggiungere una felicità, a qualsiasi costo.
La Corona's story è un esempio di rara volgarità a uso e consumo corrente, emblematicamente rispecchiante questi stili di vita (vita?).
Sappiamo però tutti che le cose non vanno proprio così...
Passate le feste e i rituali propositi d'inizio anno (farò, dirò, non farò, non dirò) le valigie dei buoni propositi sono già state riposte nel solito camerino di sempre, ma i conti con la felicità non tornano come al solito?!
Forse più utile sarebbe un buon proposito che è un po' un compromesso, concetto che ingiustamente viene troppo scarsamente considerato.
Se essere felici sempre non è possibile, un obiettivo potrebbe essere quello di evitare l'infelicità.
Di evitare le solite tappe d'insuccesso certo, dove però riusciamo a imbatterci sempre e senza sapere nemmeno come.
Pensiamo per esempio a relazioni asfittiche, (d'amicizia, d'amore) tenute insieme da stampelle legate solo alla paura della solitudine, dal timore permanente del rischio, che chiude il pensiero al nuovo e lo priva di ogni spinta evolutiva.
Stati di lieve o grave sofferenza psichica dettati spesso da un sorta di pigrizia senza fine, accidia improduttiva, esito di consolazioni blande a sopportare le cose come stanno.
Ecco che proprio questa normale infelicità può essere il nemico da contrastare, per aspirare a una vita nuova e rinnovata senza finte certezze, finte relazioni, finti legami, capaci soltanto di rendere grigi i nostri orizzonti.
Con l'ausilio di un maggior utilizzo di strategie di coping (modalità di adattamento con cui si fronteggiano le situazioni stressanti) attive.
Approfondimenti:
Ceruti M., Il vincolo e la possibilità. Feltrinelli, Milano, 1986.
Lazarus, R.S., Averill, J.R. and Opton, E.M. (1974). The psychology of
coping: issues of reserch and assesment. In Coelho, G.V., Hamburg, D.A.
and Adams, J.E. (Eds.) Coping and Adaptation, Basic Books, New York.
Oliverio Ferraris A., Psicologia della paura. Bollati Boringhieri,
Torino, 1998.
Watzlawick P., Il linguaggio del cambiamento. Elementi di Comunicazione Terapeutica. Feltrinelli, Milano, 1980.
Zani B., Cicognani C., Le vie del benessere: eventi di vita e strategie di coping. Carocci Editore, Roma. 1999.